L’Orso Bacucco va a cavallo

Una bella mattina di primavera l’Orso Bacucco viene svegliato dal suo sonno da uno strano e nuovo rumore:

“cloppete, cloppete, cloppete clop”

e da una strana pernacchia:

“Frrrrrr! Frrrrr!”

“hoibò!” esclama Orso Bacucco

“che strano rumore, chi sarà che fa questo baccano nel mio boschetto?”

Sbadigliando e ancora un po’ addormentato, si affaccia alla porta della sua tana e vede passare di li un cavaliere a cavallo di un bellissimo cavallo bianco.

E mentre lo guardava pensò:

“deve essere molto divertente farsi portare in groppa da un cavallo. Mi piacerebbe provare”

Quindi, dopo una abbondante colazione con il miele delle sue amiche Api dei Prati Fioriti, decise che ne doveva parlare con il suo amico Castoro Teodoro.

Arrivato davanti alla tana di Teodoro in riva al torrente, lo salutò

“Buongiorno Teodoro, come va?”

“bene grazie, come mai da queste parti?”

“Questa mattina sono stato svegliato da in cavaliere a cavallo!”

“Oh! Mi dispiace, faceva così tanto rumore?”

“No, affatto, ma ho pensato che dovrebbe essere divertente farsi portare in groppa da in cavallo come quel cavaliere. Non è che per caso tu ne hai uno da prestami?”

“Di cavalieri?” Rispose Teodoro stupefatto

“Ma noo” disse subito Bacucco “Di cavalli !”

Il Castoro ci pensò su un attimo poi disse

“Ma siiii, è vero ! Certo che ho un cavallo” e scomparve di corsa dentro la sua tana.

Dopo qualche minuto ritornò portando con sè un bellissimo cavallo a dondolo di legno

“Ecco il mio cavallo, me lo regalò mio nonno Codapiatta quando ero bambino. Prendilo pure ma temo che sia piccolo per te”

Bacucco ringraziò moltissimo il suo caro amico e tornò alla sua tana con il cavallo a dondolo.

Arrivato nella radura vicino alla sua tana provò di salire sul cavallo … ma subito si accorse che se si metteva a cavalcioni restava in piedi e se si sedeva si ritrovava con le ginocchia in gola …
Pensò …

“Si vede che è ancora giovane … me lo aveva detto Teodoro che era troppo piccolo per me … poi non cammina nemmeno come quello che ho visto questa mattina. Ormai è tardi e ho sonno, adesso vado a dormire e domattina lo riporterò a Castoro”

Il giorno dopo di buon mattino tornò dal suo amico, gli restituì il cavallo e gli disse:

“Sapresti dirmi dove posso trovarne uno più grande e che cammini?”

Castoro Teodoro ci pensò un attimo e poi disse: prova alla Fattoria Fiorita e chiedi alla Mucca Carolina

“Buona idea, ci andrò subito”

L’Orso Bacucco salutò l’amico e si diresse di buon passo verso la Fattoria Fiorita poco fuori da Boscoalto appena al di sotto dei Prati Fioriti poco dopo le Radure Soleggiate

Arrivato alla stalla bussò.

“Muuu! Avanti! Muuu!”

L’Orso Bacucco si affacciò alla porta della stalla …

Appena le mucche si accorsero che alla porta c’era un orso scoppiò il finimondo

“Mooo! Moooo! Muuu! Muuuuu! Aiuto un orso! Muuuu!”

L’Orso Bacucco spaventato più delle mucche per tutto quel parapiglia disse subito

“Nooo Nooo, signore vi prego, non voglio farvi nulla, non voglio mangiare nessuno!!! Sto solo cercando Carolina. Sapete dirmi dove la posso trovare?”

Le mucche ammuuuutolirono e Carolina, ancora impaurita, si fece piccola piccola per non farsi vedere, ma le sue amiche dissero in coro indicandola:
“è lei! è lei Carolina!!!”

L’Orso Bacucco volle subito tranquillizzare Carolina e le disse

“Gentilissima Carolina, il mio amico Castoro Teodoro, che lei dovrebbe conoscere, mi ha detto che forse avrebbe potuto aiutarmi a cercare un cavallo per me. Mi saprebbe dire dove posso trovarlo?”

Carolina, tranquillizzata, dal sentire che l’orso cercava un cavallo e non una mucca si affrettò a dire:

“i cavalli sono tutti nella scuderia accanto, basta girare attorno alla nostra, non puoi sbagliarti”

“Grazie signora Carolina è stata molto gentile, mi saprebbe anche dire a chi potrei chiedere?”

“Chieda di Gervaso, è il cavallo più anziano e di certo saprà aiutarti”

“Grazie ancora, e scusate il disturbo” disse Bacucco uscendo con grande sollievo di tutte le mucche.

L’Orso Bacucco fece il giro attorno alla stalla delle mucche, arrivò davanti a alla scuderia dei cavalli e bussò.
Dall’interno si sentì rispondere:

“Hiiiiii! Avanti! Frrrr!”

L’Orso Bacucco si affacciò…

Appena i cavalli si accorsero che alla porta c’era un orso scoppiò (di nuovo!) il finimondo

“Hiiiiiii! Hiiiiii! Frrrrr! Frrrrrrr! Aiuto un orso! Hiiiiiii!”

L’Orso Bacucco spaventato più dei cavalli per tutto quel parapiglia disse subito

“Nooo Nooo, signori vi prego, non voglio farvi nulla, non voglio mangiare nessuno!!! Sto solo cercando Gervaso. Sapete dirmi dove lo posso trovare?”

I cavalli ammutolirono mentre Gervaso cercava di non farsi vedere, ma tutti gli altri cavalli  dissero in coro indicandolo:
“è lui! è lui Gervaso!!!”

L’Orso Bacucco volle subito tranquillizzare Gervaso e disse

“Buongiorno Gervaso, la Mucca Carolina della stalla qui accanto mi ha detto che forse lei mi avrebbe potuto aiutare a cercare un cavallo per me, sarebbe così gentile da dirmi dove posso trovarlo?”

Gervaso che era vecchio e saggio e certamente meno fifone di Carolina, squadrò l’Orso Bacucco e disse:

“Mah! … credo che di cavalli che possano portare uno come te in groppa non ce ne siano tanti, sei troppo grande … Però potresti sentire da Lallo, è un robusto cavallo da tiro e forse potrebbe portarti a fare un giro in calesse”

“E dove lo posso trovare?” chiese l’Orso Bacucco

“Subito qui fuori, nel piazzale vicino alle carrozze”

L’Orso Bacucco ringraziò, chiese scusa per il disturbo e si affrettò verso il piazzale.
Appena si affacciò scoppiò il parapiglia (ma sono tutti così agitati gli animali delle fattorie?): tutte le galline si misero a strillare scappando e facendo ruzzolare le uova da tutte le parti, le oche iniziarono a starnazzare e scapparono in una nuvola di piume, mentre i maiali grugnendo con tutto il fiato che avevano scapparono in tutte le direzioni … Poi finalmente tornò la pace.
L’Orso Bacucco, guardandosi attorno in mezzo a tutto quel polverone, vide vicino alle carrozze, un cavallone con il paraocchi e con il muso tutto infilato nel sacco della biada che evidentemente oltre al paraocchi doveva anche avere i tappi nelle orecchie, visto che pareva non essersi accorto di nulla.

Bacucco si avvicinò e gli diede un colpetto sulla spalla…
Il cavallone si girò e vedendo un orso rimase impietrito dallo spavento con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.

L’Orso Bacucco imbarazzato si affrettò a spiegargli cosa stava cercando prima che il cavallone decidesse di svenire dallo spavento:

“Sto cercando un cavallo e il mio amico Castoro Teodoro mi ha detto di chiedere a Mucca Carolina che mi ha detto di chiedere a Cavallo Gervaso che mi ha detto di chiedere di Lallo! Sei tu Lallo?”

Il cavallo annuì scuotendo la testa senza dire una parola, sempre con la bocca spalancata e con gli occhi sbarrati.

Bacucco allora gli chiese:

“Ieri ho visto un Cavaliere a Cavallo e mi è sembrato una cosa divertente, tu potresti portarmi a fare un giretto?”

Cavallo Lallo, sentito che l’orso non lo voleva mangiare disse con un filo di voce

“Frrr! certo, ma non in groppa, mi spezzeresti la schiena, sei troppo pesante anche per me. Ma se vuoi salire sul calesse per un giretto, se ti va”

“Certo per me va benissimo, cosa devo fare?”

“prendi quel calesse che vedi là nell’angolo e legalo ai miei fianchi”

L’Orso Bacucco tutto contento corse a prendere il calesse e lo fissò ai fianchi del cavallone.

“Bene” disse il cavallone “adesso sali e dimmi dove vuoi che ti porti”

“E’ venuto caldo, mi piacerebbe fare un giretto all’ombra degli alberi di Boscoalto, cosa ne pensi?”

“Perfetto, andiamo!”

Il cavallone si mise in marcia al trotto e presto furono nel bosco, dove il sentiero largo entrava nel fresco e nell’ombra.
Appena entrati
Tump!!!
ci fu un sobbalzo, poi
Tum!  TuTump!
altri due e poi
Bum e Pom e Boing,
era tutto un botto e un salto, a ogni passo c’era una radice o un sasso che facevano sobbalzare di colpo il calesse, facendo fare dei gran salti all’Orso Bacucco che ogni volta ricadeva pesantemente sulla panca il legno del calesse.

Dopo un poco l’Orso Bacucco chiese a Lallo:

“Hoi, Hui, Hai!!! sono tutto ammaccato!”

E Bunp, e Tump, altri due colpi

“Ti prego ritorniamo indietro, il calesse non fa per me, lasciami più avanti alla fine della radura così sono vicino a casa”

Dopo qualche minuto e qualche altro sobbalzo Lallo Cavallo arrivò al margine della Radura Soleggiata e Bacucco scese con fatica e tutto acciaccato dal calesse.

Era ormai sera e Orso Bacucco salutò e ringraziò il Lallo invitandolo a passare dalla sua tana a trovarlo alla prima occasione e si diresse verso la sua tana sbadigliando e pensando:

“Hoi Hoi Hoi!!! i cavalli non fanno per me, poi ormai si è fatto tardi e oltre ai lividi ho anche un gran sonno”

Così, entrato nella sua tana, con un gran sbadiglio crollò sul letto che già stava russando.

Firmato
Orso Bacucco 

Orso Bacucco e gli sciatori

Era un inverno freddo con tanta neve, l’Orso Bacucco stava dormendo nella sua tana quando viene svegliato da un gran rumore di voci e schiamazzi.

Incuriosito l’Orso Bacucco esce dalla tana per vedere cosa succede e stupito si domanda “Ma cosa è tutta questa roba bianca e cosa fanno tutte quelle persone in fila che salgono la montagna attaccati a una corda; e tutti quei bambini che seguono un adulto … sembra che si stiano divertendo un mondo! Voglio andare a vedere anche io”. Uscì dalla tana e ancora un poco addormentato, si avvicinò alla seggiovia.

Figuratevi lo spavento di tutte quelle persone in fila che vedono arrivare verso di loro un orsone grande e bruno, cominciarono a scappare urlado da tutte le parti.

L’Orso Bacucco che voleva solo chiedere cosa fossa quel gioco ci rimase un po’ male e si fermò a guardare i bambini che scendevano dietro al loro maestro di sci.

“Ho capito!” disse ad un tratto, “stanno scivolando! Voglio provare anche io!” e visto che tutti erano scappati via come matti e che la seggiovia si era fermata, decise di tornare nel suo bosco e salire a piedi (anzi a zampe) fino in cima alla sua montagna.

Uscito dal bosco continuò a salire sui pendii innevati e quando fu in cima si girò per scenedre ma non successe nulla! Come mai non scivolava anche lui?
In quel momento spuntò uno sciatore alpinista che non si era accorto dell’Orso e facendo le sue curve lo ricoprì di neve bianca.

Lo sciatore si fermò a guardare l’orso tutto coperto di neve e disse: “Ma guarda che pupazzone di neve, chissà chi sarà venuto fin quassù per farlo?”, in quel momento l’Orso Bacucco si scrollò la neve di dosso agitandosi tutto.

Lo sciatore vedendosi davanti l’orsone all’improvviso si spavetò tanto che scappò via urlando.

L’Orso bacucco rimase stupito pensando che doveva essere un po’ matto come gli altri che poco prima erano scappati urlando dalla seggiovia e rimase a guardarlo mentre scendeva urlando finchè non lo vide cadere cominciando a scivolare e ruzzolare sul sedere.

“Ecco come si fa a scivolare!” pensò allora l’Orso Bacucco e si lanciò subito giù per la discesa a sedere.
Stava proprio scivolando ma dopo avere incontrato con il suo sederone alcuni sassoni cominciò a ruzzolare anche lui sempre più in fretta e a fare grandi caprioloni in mezzo alla neve.

“Hoi!” “Hui!” “Hai!” diceva l’orsone mentre ruzzolava diventando una enorme palla di neve!

Finchè arrivato al bosco andò a sbattere fragorosamente contro un albero che fermò la sua corsa.

L’Orso Bacucco si rimise in piedi ancora un po’ intontito e pesò che poi non gli piaceva mica tanto scivolare e che tutte quelle persone dovevano essere veramente un po’ matte per divertirsi in quel modo.

In quel momento L’Orso si ricordò che gli avevano detto che a volte il bosco si ricopre di una polvere fredda che imbianca tutto e quindi pensò “Ma allora questa è la neve! … e quindi adesso è inverno! … Ma allora sono proprio tutti matti, dovrebbero essere tutti a dormire, in letargo! “

“Io non ci capisco proprio niente!” esclamò l’orsone e decise che era meglio tornare a dormire nella sua tana calda e tranquilla finche non fosse arrivata la primavera.

Firmato
Orso Bacucco